Punto tutto sulla sicurezza anche se l’ansia ad oggi è quotata vincitrice. Perché parlare di sicurezza ora che non siamo nemmeno certi di essere in Fase 2 o Fase 3? Come può essere la sicurezza il vincitore della battaglia contro l’ansia in un momento definito di totale incertezza? Vediamo che accadrebbe con la vincita della Sicurezza.

La sicurezza favorisce:

  • La predisposizione a cambiamento, sperimentazione, innovazione
  • L’assunzione di responsabilità
  • L’ostacolo è sfida

Il capo che dà fiducia e sicurezza facilita l’accettazione di un feedback negativo, ti può portare a fare l’ultimo scatto anche se faticoso educandoti  alla consapevolezza di te stesso.

Il capo è lo specchio dove puoi vedere che non stai giocando al massimo e puoi migliorarti. Dall’altra parte del campo l’ansia sviluppa:

  • Terrore del fallimento
  • Rifiuto di responsabilità
  • L’ostacolo è minaccia

Il capo ansioso stimola la produzione di alibi a ciclo continuo e su ampia scala, porta all’ immobilismo e apatia, all’entusiamo che rimane in spogliatoio.

Ricordatemi per vincere in fase 2 o 3 di cosa abbiamo bisogno? In questo periodo tutti hanno bisogno che il team sia proattivo, positivo e combattivo.

Sempre certi che possa vincere l’ansia?

D’altra parte l’individuo, per raggiungere livelli ottimali di performance, ha bisogno di operare in presenza di quantità non estreme di stress: sollecitazioni eccessive o, all’opposto carenze di stimoli incidono negativamente sulla prestazione.

Lo stress positivo è il prodotto della pressione che mobilita all’azione e produce una condizione neurochimica: quando siamo positivamente coinvolti in una iniziativa, in un nuovo progetto, il nostro cervello è immerso in sostanza prodotte dal sistema andrenergicoprincipalmente l’adrenalina, che finanzia lo sforzo mentale, “fissa” i nostri ricordi, stimola il cervello all’attenzione fornendogli l’energia necessaria per sostenere uno sforzo mentale prolungato.

Questo non vale solo per ogni singolo individuo, il singolo giocatore, ma anche per tutta la squadra, per tutta l’azienda. Un’azienda sana è quella che offre ai dipendenti la possibilità, attraverso l’equilibrio psicofisico, di esprimere il suo massimo potenziale; una persona in salute che utilizza la propria energia fisica e psichica garantirà alla propria azienda prosperità e successo.

Ma oggi 20 giugno 2020 chi può dichiarare di non essere stressato?

È impossibile, perché tutti  siamo vittime di un trauma a diversi livelli: per mesi c’è stato un nemico invisibile da cui ci sentivamo minacciati e indifesi e quando qualcosa ci turba come la paura, questa emozione attiva il nostro sistema nervoso, portando ad un abbassamento delle difese immunitarie e il nostro corpo ha registrato uno stress post – traumatico.

Come l’ha registrato? Con la difficoltà a riposare bene, con meno pazienza con il collega o le persone care, apatia, nervoso, insomma ora il rischio di avere un brutto carattere è molto più comune di prima.

Ma anche se riconosciamo questi fenomeni e sappiamo di essere stressati,  la coscienza (che risiede nella corteccia prefrontale) può rifiutarsi di obbedire alle istruzioni che ci diamo per cambiare comportamenti e atteggiamenti, ed è colpa dell’amigdala che crea dei veri e propri falli/ dirottamente che avvengono in maniera inconsapevole.

Riepilogando: con l’ansia non si vince, è chiaro che la squadra che vince è quella che è fisicamente e mentalmente pronta, ma anche se diciamo mi devo allenare a livello cosciente da soli non riusciamo a farlo perché ci sono continui dirottamenti. Ci diamo per vinti?

La bella notizia è che fortunatamente il nostro modo di pensare dipende in larga parte della fisiologia e che si può modificare: la plasticità del sistema nervoso ci rende sia così vulnerabili alle esperienze negative ma allo stesso tempo ci permette anche di guarire e crescere grazie a quelle positive, ed ecco che la lotta più incessante è quella tra emozione e pensieri.

La sfida si porta sui piani di emozioni e pensieri, ed è  nella  loro regolazione che possiamo soddisfare uno dei nostri bisogni fondamentali radicati nella nostra antica storia evolutiva: la sicurezza, la base per ripartire.

Nel business quando non si sa più che fare,  si dice back to fondamental, back to basic, nello sport in qualsiasi partita si parte dall’allenamento, ai fondamenti del gioco, per il cervello e per vincere l’ansia la sicurezza è il pillar su ci lavorare e allenare per vincere, lo dice la neuroscienza ed è  per questo sono certa di aver puntato sulla squadra che vince.