Ci sono momenti in cui tutto sembra andare bene. Razionalmente non c’è nulla che non vada, eppure… ci sentiamo tesi, irritabili, scollegati. Il cuore accelera, l’attenzione cala, ci sentiamo insicuri senza un vero motivo.
Se ti è mai successo, sappi che non è “solo nella tua testa”.
È nel tuo sistema nervoso.
Il nostro corpo ha un sistema interno di sicurezza che opera senza che ce ne accorgiamo: è la neurocezione, un termine coniato dal neuroscienziato Stephen Porges, padre della Teoria Polivagale.
Cos’è la neurocezione?
La neurocezione è un processo automatico, inconscio, con cui il sistema nervoso autonomo valuta costantemente se un ambiente, una persona o una situazione sono sicuri, minacciosi o pericolosi.
Lo fa senza coinvolgere il pensiero razionale.
Non è una valutazione cognitiva, ma fisiologica.
Il sistema nervoso raccoglie informazioni da tre direzioni:
- Dentro di noi (il corpo: battito, respiro, tensione muscolare)
- Intorno a noi (l’ambiente: suoni, luci, spazio)
- Tra noi e gli altri (le relazioni: tono della voce, espressioni, sguardi)
Questi segnali guidano le nostre reazioni ancora prima che possiamo pensarci. Se la neurocezione percepisce sicurezza, entriamo in uno stato di apertura, curiosità e connessione (stato ventro-vagale).
Se invece percepisce una minaccia, anche minima o simbolica, attiva risposte di difesa: attacco, fuga o immobilizzazione.
Perché è importante?
Perché molte delle nostre difficoltà, stress cronico, irritabilità, insonnia, confusione mentale, blocchi emotivi o relazionali, sono il risultato di una neurocezione alterata, che continua ad attivare risposte di allerta anche quando non sono più necessarie.
Questa disfunzione spesso non si risolve “solo parlando” o con la volontà: è il corpo che va rieducato a riconoscere sicurezza.
La buona notizia è che il sistema nervoso è plastico, può essere ricalibrato.
Ed è qui che entra in gioco il mio lavoro.
Come possiamo lavorare insieme?
Il cambiamento autentico non si ottiene solo con la forza di volontà o il pensiero positivo.
Molti dei nostri schemi, blocchi e stati interiori si originano a un livello più profondo: quello neurofisiologico.
Il mio approccio, il Neuro Active Coaching, nasce proprio per questo: unisce la chiarezza e la concretezza del coaching alla profondità trasformativa delle neuroscienze applicate.
È un percorso integrato e personalizzato, che lavora contemporaneamente sul piano conscio e subconscio, stimolando nuove connessioni e facilitando un cambiamento duraturo e allineato con la tua identità profonda.
Lavoreremo su tre livelli:
- Neuro Coaching, per aiutarti a chiarire i tuoi obiettivi, potenziare la consapevolezza, costruire confini sani, allenare nuove abitudini e gestire al meglio emozioni, direzione e decisioni.
- Neurotraining con strumenti certificati e non invasivi:
- Neurofeedback Dinamico Non Lineare: un esercizio cerebrale che rileva l’attività elettrica del cervello e lo guida delicatamente verso uno stato più efficiente, resiliente e autoregolato.
- Protocollo di Stephen Porges: un trattamento basato su musica filtrata che stimola il nervo vago e aiuta il sistema nervoso autonomo a passare da uno stato di allerta a uno di sicurezza e regolazione.
- Esercizi mirati e attività quotidiane, costruiti insieme in base ai tuoi bisogni e al tuo stato neurofisiologico, per integrare il lavoro fatto in sessione e sostenere la trasformazione nella vita reale.
Ogni percorso è unico e si adatta al tuo momento, ai tuoi obiettivi e alle risorse a disposizione.
L’obiettivo è aiutarti a ritrovare chiarezza, equilibrio, presenza e performance, creando nuove possibilità là dove prima c’erano solo limiti.
Comprendere la neurocezione significa quindi imparare a leggere il linguaggio del corpo, ascoltare i segnali prima che diventino sintomi, coltivare uno stato interno di maggiore stabilità.
Non si tratta solo di “funzionare meglio”, ma di vivere in modo più autentico, libero, connesso.
Se vuoi iniziare a riconoscere i tuoi stati interni e trasformarli in risorse, questo è il primo passo.
Ti accompagno io.
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