L’#essere umano al centro, se n’è parlato in questi giorni anche al @Netcom Forum, di Consorzio Netcomm, evento di riferimento sull’e-commerce e business in digitale.

Sempre più studi infatti mostrano che una #digital trasformation (i cambiamenti tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali, prodotti dalle tecnologie digitali) davvero efficace, deve includere anche la #human transformation.

Al successo dei progetti digitali contribuisce anche la leadership analogica, che include:
• Pensiero strategico (MIT Sloan e Deloitte)
• Capacità di presa di decisione (HBR)
A livello organizzativo, cooperazione e collaborazione –specie tra diversi dipartimenti– sono componenti della cultura aziendale (openaccessgovernment.org).

Mi rivolgo agli addetti ai lavori che ogni giorno parlano di “clienti”: essi sono anche dentro la vostra azienda, e per entrare in #empatia con il target potete allenare il #circuito emozionale con i vostri  #colleghi

Sviluppando #soft skill che contribuiscono all’evoluzione della propria organizzazione -ascolto,condivisione, empatia, responsabilità verso sé stessi e verso gli altri- i manager di domani saranno in grado di portare migliori risultati dentro la propria organizzazione e verso l’esterno.

Cambiare l’ambiente intorno a te per avere sempre sotto gli occhi le cose importanti, crea un #promemoria continuo.

Ma una volta fatto, come puoi evitare che queste cose diventino scontate come un poster?

La tecnologia ci aiuta molto:

– Puoi cambiare il desktop del tuo pc,

– Puoi mettere una nuova icona sul desktop, ogni lunedì

– Puoi inserire una nota su Google Calendar

– Puoi usare lo sfondo del telefonino.

Io ho una pratica meno digital: vicino ai vecchi post it del bagno, scrivo sullo specchio con il pennarello; ogni volta che si pulisce lo specchio, la frase se ne va e ne inserisco una nuova, che risponde sempre alla domanda:

“Qual è la sola e unica cosa che puoi fare questa settimana, affinché tutto il resto diventi semplice e superfluo?”

FOTO del BAGNO di una mia Coachee

Vi racconto il percorso che ha fatto un mio #coachee per arrivare a individuare il punto centrale del suo problema.
Fase 1: “Non ho tempo”. 

Ha iniziato quindi a osservare cosa stava facendo, senza #giudicarsi:
– “Torno a casa e sto due ore su Netflix, ma così dormo meno.”
– “Non sto investendo nei rapporti personali, con le persone a me care.”
– “Non sto facendo yoga, anche se sarebbe la soluzione ai miei dolori, visto che sono chiuso in casa tutto il giorno e non mi muovo dalla sedia.”

Fase 2 ha iniziato a chiedersi: 
“Potrei fare qualcosa di #produttivo per me?”

Fase 3: 
“Non ho tempo per fare tutte queste cose, ho troppi impegni, troppi obiettivi”.

Attraverso queste fasi, è arrivato infine a dire:
“La mia difficoltà non è definire le priorità, ma scegliere come voglio trascorrere il mio tempo”.

A quanti capita?
Quello è il momento in cui devi fare #pulizia, affilando il coltello e tagliando delle attività non produttive e funzionali al raggiungimento dell’obiettivo. 

È solo una tua #scelta decidere cosa per te è #significativo, cosa ti rende davvero #felice, sempre se l’obiettivo è essere felice.

Lo psicologo Luca Mazzucchelli ha pubblicato “L’era del cuore”, un libro che porta nell’editoria tattiche di marketing normalmente utilizzate in altri settori e che vuole contribuire alla mission dell’autore: portare benessere alle persone.

Per promuovere il libro, Luca fa dirette con community come quella di Veronica Benini; chiede ai lettori di scrivere recensioni su Amazon e postare il suo libro nei social; condivide contenuti inediti con la sua community, fidelizzandola e introducendola nel funnel; coinvolge nella prefazione professionisti leader nelle loro categorie, come Sebastiano ZanolliDaniel Lumera e Luca La Mesa; è su TikTok, il social che più sta crescendo quest’anno.

Nell’intervista finale, ho letto queste interessanti riflessioni: “Reagire alla crisi economica (…) è prima di tutto una questione psicologica, che coinvolge processi emotivi e cognitivi degli individui (…) Le aziende non riusciranno a (…) rilanciarsi sul mercato, se le persone che le compongono saranno psicologicamente claudicanti. L’antidoto al virus (…) è prima di tutto l’amore (…) se si nutre amore per il prossimo, allora si mettono in campo tutte le accortezze del caso per stare vicini proprio ai collaboratori sul lavoro; (…). L’amore è la risposta.”

Più volte nel feed di LinkedIn ho letto queste notizie:
– Zara annuncia la chiusura di 1200 negozi
– Starbucks annuncia la chiusura di 400 punti vendita negli Usa e in Canada e il focus su punti dedicati al pick-up degli ordini e-commerce.
Non ho invece mai trovato la notizia che nel giugno 2020 a Milano Tannico ha aperto la sua prima enoteca fisica.

Dei due giorni di #Netcomm e commerce Forum, mi porto a casa questo e altri spunti positivi, approfondimenti e opportunità di business, perché nel 2020, in otto settimane abbiamo avuto un’evoluzione della cultura digitale di 5 anni.

Il mio dovere di coach è mappare la situazione, vedere le opportunità, definire azioni e avere una visione del mercato, per poi essere funzionale con i miei clienti.

DATO: Su un campione di 60 top retailer dalla ricerca Valentina Pontiggia, Direttore osservatorio ecommerce BtC e Innovazione Digitale nel Retail #Politecnicomilano, le barriere all’approccio omnichannel, sono:
· organizzazione
· cultura 
· competenze

AZIONE: C’è quindi la necessità di creare nuovi equilibri e soprattutto un nuovo mindset e cultura in azienda, perchè il valore non è solo la tecnologia ma le persone che ne sanno trarre le massime competenze.

“La #digitaltrasformation è il presente, non più il futuro del retail: lo confermano i dati Nielsen” : così inizia l’articolo che chi fa B2C dovrebbe leggere.

I dati e le esperienze acquisite mi fanno intravedere 3 grandi sfide per mettere a terra un processo di digital transformation vincente:
1- un cambiamento tecnologico, che non significa solo fare in azienda un e-commerce, bensì definire una strategia che consideri i nuovi touch point del consumatore finale e integri comunicazione e processo di vendita (customer journey).
2- un cambiamento formativo: creare nuove competenze hard digital interne per gestire e conoscere la tecnologia (purtroppo i dati dicono che oggi le hard skills digital scarseggiano sia in azienda sia nella popolazione lavorativa)
3- un cambiamento di paradigma nella cultura aziendale, perché digital trasformation include anche la #human transformation, e cooperazione e accettazione del cambiamento sono importanti elementi di successo. 

Quali altre competenze sono necessarie per la digital transformation? 

(https://ecommercemonitor.it/2020/10/trasformazione-digitale-del-retail-le-nuove-evidenze-nielsen/)